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ANCHE CHI NON VOTA HA DIRITTI

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Dal 1968 CIAI è dalla parte dei bambini e bambine promuovendo per loro un mondo più giusto dove ciascuno possa crescere felice.
Per CIAI infatti, ogni bambino, ogni bambina è come un figlio per cui, come ogni genitore fa per i propri figli, si desidera una vita piena di opportunità, di possibilità di costruire il proprio futuro.

La felicità ha però un prerequisito, perché può esistere solo se esistono i diritti ed è per questo che la tutela e promozione dei diritti di ogni bambino o bambina è la missione della nostra organizzazione.

Qual è lo stato dei diritti dei bambini e bambine in Italia?

Il 27 maggio 1991 il nostro Paese ha aderito alla ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza assumendo l’obbligo di adottare tutti i provvedimenti necessari per l’attuazione dei diritti in essa sanciti e di predisporre un più adeguato e complesso sistema di tutela, di sostegno e di promozione dei diritti.

Restano ad oggi però molte aree di criticità che attendono di essere superate e che ancora non lo sono perché non sono state prioritarie per i governi fin qui avvicendatisi.

In questo particolare momento storico, alla fine di una pandemia mondiale e mentre l’Europa vive una guerra prolungata e una profonda crisi economica, il rischio è che ancora una volta i diritti dei minori possano essere disattesi perché ritenuti secondari.

CIAI vuole quindi farsi portavoce di 5 punti, 5 richieste da parte dei bambini e delle bambine che vogliono vedere i loro diritti come prioritari nell’agenda del prossimo governo.

  1. Diritto alla cittadinanza : riconoscere la cittadinanza italiana per i bambini e bambine con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che risiedano legalmente e che abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese, in uno o più cicli scolastici. 
  2. Diritto all’educazione: promuovere un’azione di contrasto della povertà (assoluta e relativa) che in Italia colpisce circa 3 milioni di bambini e bambine e che è la principale responsabile della povertà educativa ossia l’abbandono scolastico o l’assenza di adeguate condizioni di studio.
    Dare priorità alla frequenza scolastica perché dopo 2 anni di pandemia non ci può essere più nulla che limiti questo diritto, tantomeno misure motivate da prevenzione sanitaria o risparmio energetico a dimostrare la sacrificabilità di questo verso altri settori;
  3. Diritto all’identità: garantire la libera espressione di ogni bambino e bambina proteggendoli da pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa, a quella legata all’orientamento sessuale o alla diversa abilità;
  4. Diritto alla salute: assicurare la possibilità di prevenzione e cura per la salute fisica e psicofisica con particolare attenzione al benessere psico emotivo così fortemente scosso dalla pandemia;
  5. Diritto alla famiglia: garantire una famiglia ai bambini e bambine in stato di abbandono rilanciando il sistema adozioni e quello dell’affido. Dovranno essere attivate azioni sinergiche tra tutti gli attori istituzionali coinvolti per: assicurare alle coppie interventi professionali di accompagnamento, preparazione e supporto durante le diverse fasi della procedura e dopo l’inserimento del bambino in famiglia; intensificare, nel caso dell’adozione internazionale, le relazioni con i paesi esteri; rafforzare le competenze di quanti operano a fianco di minori e famiglie perché si possano costituire nuclei sereni e felici.

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