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Enea aveva tre cose: un nome, una data e un foglietto

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Il nome, dato dalla donna che lo ha partorito e lasciato nella culla termica della Mangiagalli di Milano… ma glielo hanno dovuto cambiare, a causa del grossolano errore dell’Ospedale nel divulgarlo, violando così il suo diritto alla privacy.

La data, quella del giorno della sua nascita…ma gliela hanno dovuta modificare, a causa dello sconsiderato risalto attribuito dalla stampa alla vicenda, violando così il suo diritto all’identità.

Il foglietto, quello lasciato nella culla da chi lo ha partorito…ma glielo hanno voluto negare, perché il Tribunale per i Minorenni di Milano ha deciso di non raccontare ai genitori adottivi la storia di Enea: il suo nome, la sua data di nascita, il foglietto.

Chissà se Enea leggerà mai quel foglietto, quel messaggio che contiene in poche righe la spiegazione e forse anche la richiesta di perdono di quella donna che lo ha partorito e lasciato, chissà se maggiorenne, lo troverà nel fascicolo della sua adozione, se e quando chiederà mai di accedere ai suoi documenti.

Così CIAI, si rivolgerebbe oggi al piccolo:

“Caro Enea che non sei già più Enea, oggi i giornali scrivono ancora di te, divulgando una notizia bella ma che doveva ancora una volta rimanere riservata: sei stato affidato a dei genitori che ti adotteranno.

La tua sarà una vita bellissima, ne siamo certi. Speriamo solo che il diritto alla tua privacy, alla tua identità e alla tua storia, così colpevolmente violati dalle istituzioni che le dovevano garantire, non siano per te causa di quel malessere, di quel ‘buco nero’, con il quale tanti figli adottivi devono convivere non avendo avuto la possibilità di conoscere le informazioni sulla propria storia che, seppur minime, sono invece fondamentali per darsi una spiegazione della propria vicenda adottiva”.

Enea aveva tre cose e non le ha più. Oggi ha una famiglia e questo ci consola e ci rallegra, ma non ci deve impedire di riflettere sugli errori fatti e sull’impatto che questi avranno nella vita delle persone, in questo caso della sua famiglia adottiva e soprattutto di Enea, che chissà se saprà mai di essere stato Enea.

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